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Capitolo 1

Buongiorno a tutti, nuovi e vecchi lettori del nostro ormai consueto diario di viaggio.

Vi ricordate di me? Sono mister Nokia, ci siamo conosciuti ormai due anni fa in Etiopia.

Molta acqua è passata sotto i ponti in questi due anni e per fortuna il nostro fiume non si è ancora seccato, anzi qui, dopo la stagione dei monsoni, siamo in piena piena! Il diario precedente si chiamava Looking like a faranji e se non sapete che significa andate subito a leggerlo, o quantomeno a fare un ripassino.

Per questo progetto del Circo Inzir la meta è il sud est asiatico, in particolare Myanmar, Laos e Cambogia, passando anche per la Thailandia.

Dopo solo 15 ore di volo siamo finalmente nella porta del sud est asiatico, Bangkok! Con i suoi otto milioni di abitanti è LA capitale, nonché la città più popolosa, della Thailandia. Personalemte mi aspettavo una città caotica e frenetica, come le molte grosse metropoli che cospargono il mondo. Per fortuna le mie aspettative sono state disattese, facendoci incontrare una città tranquilla, affollata certo, ma ordinata. Gli abitanti sono abituati al turismo ma non ti assalgono, anzi. Un’ora di bus di linea e siamo subito in centro con tutti i nostri bagagli di vestiti, clave e stanchezza. Khao San Road, una delle arterie del turismo della città, ci si presenta come una strada costellata di tipici ristoranti, tipici alberghetti e tipiche bancarelle di insetti e scorpioni fritti. Il tutto inframezzato da centri massaggi thai dai colori pastello con lettini direttamente in strada. Tutto molto bello, tutto molto caratteristico tutto troppo a misura di turista, prezzi compresi. Solo per fare una foto alle bancarelle di insetti ti chiedono 10 bath, circa 30 cents! Fortunatamente ci basta allontanarci di un paio di parallele per trovare una guesthouse pulita ed economica. Stanze triple, siamo in nove ne prendiamo tre. È stato anche buffo contrattare il prezzo con la gentilissima custode muta che comunicava con suo marito al telefono grazie al linguaggio dei segni e a face time, la tecnologia che ci piace! Primo pasto thai a base di noodles ad un banchetto per strada, primo brindisi ad un furgone Volkswagen adattato a street bar e poi a tutti a nanna! Prima notte di meritato riposo in Thailandia, ma non per tutti! Andrew probabilmente fa una piccola congestione e passa una notte di inferno in cui, cito, credeva di morire.

Il giorno dopo treno per Chan Mai, tappa obbligata per arrivare poi a Mae Sariang.

Il nostro piano è semplice: visto che il treno ci mette 14 ore ad arrivare lo prendiamo la sera, viaggiamo di notte, dormiamo in treno e arriviamo la mattina freschi e riposati, facile no?

Decisamente no!

Abbiamo avuto un po’ di contrattempi, andiamo a vedere quali. Inconveniente numero uno i biglietti di prima e di seconda classe sono terminati, quindi prendiamo la popolarissima terza classe, che non prevede le cuccette ma degli scomodissimi sedili con al massimo mezzo centimetro di imbottitura e al posto del poggiatesta una barra di ferro squadrata che cercava i decapitarti in caso di colpo di sonno improvviso. Abbiamo pensato “vabbè, poco male il treno notturno sarà semivuoto e ci stenderemo lungo per lungo sui sedili”. Questo ci porta al secondo inconveniente della serata, il treno parte quasi pieno e finisce di riempirsi mano a mano che lasciamo Bangkok. Ciliegina sulla torta il treno parte con 60 minuti di ritardo facendo diventare 15 le ore di viaggio! Dopo un primo momento di isteria collettiva tutto sommato divertente ci rendiamo conto che il tempo passa lento, molto lento, troppo lento! Consumate voracemente le provviste per il viaggio, letto un po’, giocato un po’ a dadi, fatte le chiacchiere più o meno serie e letto un altro po’ saranno passate sì e no 5 ore! Non rimane che mettersi il cuore in pace e aspettare perché in tutta la notte nessuno ha trovato una posizione comoda per schiacciare un pisolino decente…

Arriviamo a destinazione 15 ore dopo ma a noi sono sembrati 15 giorni, siamo stanchi doloranti e nervosi e prendere delle decisioni in gruppo diventa più difficile del solito. Vaghiamo a cercare un autobus che non esiste per arrivare in centro, e alla fine ci facciamo portare da un tourist manager in un bellissimo albergo in centro che dovrebbe costarci solo 400 bath a camera tripla (un euro sono circa 36 bath, fatevi i conti che noi li facciamo sempre). Tutto molto bello per essere vero, infatti non è vero e man mano che parliamo con le padrone dell’albergo il prezzo lievita costantemente. Decidiamo di andarcene e grazie ad una breve ricognizione troviamo il posto che fa per noi. Bed and breckfast, camerata, bagno condiviso e teepee indiano montato nel giardino, perfetto! La città di Chang Mai è molto carina, con la zona turistica rinchiusa nel quadrilatero delle vecchie mura costruite nell’antichità per difendersi dalle invasioni Birmane. Altra impressione puramente personale, qui si sta molto bene ma è tutto a misura di turista, abbiamo anche trovato una piazzetta con i concertini e il finger food, localini fatti con i bancali e le birre al prezzo occidentale, sintomo di una forte influenza di turismo.

Il giorno seguente, dopo aver fatto incetta di prodotti a base di balsamo di tigre partiamo per Mae Sariang dove incontreremo Moses, l’onlus che ci aiuterà nel nostro progetto e grazie alla quale faremo i primi due bellissimi spettacoli, talmente belli che meritano un capitolo a se stante che, se continuerete a seguirci, leggerete tra poco.

Dopo cinque bellissimi giorni nei dintorni di Mae Sariang salutiamo tutti e ci dirigiamo verso Mae Sot, paese in cui passeremo la frontiera, saluteremo per un po’ la Thailandia e entreremo finalmente in Myanmar. Per Arrivare prendiamo un “comodissimo” taxi collettivo che altro non è che un furgone con delle panche ed una tettoia sul cassone, tanto sono solo cinque ore. Dopo aver respirato polvere e smog in abbondanza arriviamo a destinazione. Mae Sot, come una delle tante città di frontiera , si presenta spoglia e sporca ma ci siamo fermati giusto il tempo per attraversarla quindi la mia opinione è sol data da una prima impressione a pelle. Passiamo la frontiera quasi tutti senza difficoltà anche se Andrew e Linda hanno smarrito il bigliettino del visto d’ingresso thailandese che serve per uscire dal paese. Dopo un primo momento in cui pensavamo di dover cercare un taxi per sette anziché per nove, li vediamo arrivare. È bastato riempire due moduli è il problema è risolto. Passiamo a piedi la frontiera che in realtà è un ponte sul fiume Luang. Scendiamo sulla sponda opposta, ci facciamo timbrare il visto ed entriamo.

È ufficiale, siamo in Myanmar.

Prima di concludere il capitolo su questa parte thailandese del nostro viaggio volevo provare a rendere una sensazione generale che ho avuto nei primi giorni qui. Tutti questi posti, dai più turistico ai più “locali” sono pervasi di una tranquillità che ha qualcosa di magico e che non ci appartiene come occidentali. Per fare solo uno dei tanti esempi che potrei fare a oggi ho sentito solo tre clacson e uno era per noi che eravamo in mezzo alla strada…

Altra considerazione da fare è sul gruppo che cambia e muta ogni viaggio, basti pensare che del primo Circo Inzir, quelli andati nei campi profughi Saharawi, siamo rimasti in tre e solo due abbiamo fatto tutti e quattro i viaggi. Io penso che possiamo paragonarci a degli scarponi nuovi che, per quanto siano buoni, le prime volte che li metti fanno sempre un po’ male e ti vengono le vesciche ai piedi. Ma dopo un po’ di tempo si adattano e, come guanti su misura, ti vanno perfettamente! I nostri scarponi si stanno adattando e si adatteranno presto, o forse no, ma a noi non importa perché a noi piacciono tanto i nostri scarponi nuovi!

Vorrei salutarvi con due citazioni colte che mi hanno profondamente toccato, la prima è di Jack Kerouac:

“Le nostre valigie erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevamo molta strada da fare. Ma non importava, la strada è la vita.”

Ed invece la seconda mi tocca più da vicino perché è una frase che mi ripeteva sempre mio nonno:

“Quand’è che te te tai i cavei e te te cati un laoro serio?”

Per fortuna non l’ho ancora fatto sennò io non sarei qui!!

Saluti dal Circo Inzir e dal vostro affezionatissimo Mister Nokia!

Stay tuned!