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Capitolo 16

… Messico e nuvole …

La faccia triste dell’America, così tanti anni fa cantava il Messico Enzo Jannacci, nostrano poeta capace di dare colore e odore all’emozione, di dare un suono alle vicende umane.

Se non conoscete la canzone che da il titolo a questa pagina di diario allora vi prego di andare subito su you tube per ascoltarla mentre leggete.

Se è vero che un pittore dipinge in fondo sempre se stesso, allora anche un cantante canta sempre se stesso, allo stesso modo un lettore legge guardandosi dentro (per questo funzionano gli oroscopi), un ascoltare trova nelle canzoni che lo accompagnano tante piccole parti di sé.

In questa canzone ritrovo il “mio” Messico, quello che stiamo attraversando già da un po’. La canzone sembra che affermi con forza l’esatto contrario di quello che un primo ascolto potrebbe suggerire.

Ogni posto, ogni città, ogni villaggio ti lascia la voglia di saperne di più, ogni luogo attraversato è diventato una ragione in più per tornare.

Il Messico è colori ovunque, è musica che ti arriva al cuore, è aria che ti alleggerisce l’anima. Il Messico è cielo lindo, è un mondo di sorrisi, è cumbia sempre e comunque, è la semplicità del “compartire”, perchè in Messico tutto si può … con attenzione.

La vita qui è ancora nelle strade e non nei centri commerciali, l’arte è sui muri, la cultura nell’aria e “la faccia triste” è la tua quando te ne stai per andare.

Oggi si torna nel DF (Città Del Messico) siamo stati circa 5 giorni qui a Cholula, giorni indimenticabili.

Cristian ha una casa grande, con un cortile interno che ti protegge appena entri, una cucina riparata solo da una tettoia, 2 stanzoni ospitali e un giardino selvaggio nel retro.

Cristian e Mil Amores sono la stessa persona, anche se dentro questa persona trovano spazio infiniti mondi e dimensioni parallele.

Mil Amores è l’artista e il pittore, è il senso della bellezza, è il beffardo.

A sorreggere la casa non sono gli architravi e le colonne portanti bensì la infinità di piccoli dettagli incastrati tra le piante, incollati alle porte, disegnati sui muri.

La casa di Mil Amores è come un bel film che ogni volta che lo rivedi scopri qualcosa di nuovo, un messaggio in più, un sussurro ancora.

Questa casa sussurra, i cani che la abitano abbaiano e a Cristian gli canta l’anima.

Di notte volano pensieri e parole, con Cristian puoi parlare di numeri e di vita, puoi scambiare i contatti di whatsApp e aforismi in grado di avvicinarti alla luna.

Siamo stati suoi ospiti questi 5 giorni, Cristian ora è, per tutti noi, un motivo in più per tornare.

In Messico le persone ballano la cumbia, che sia un semplice ristorante con un piccolo stereo, che sia un locale dove il Pulque scorre a fiumi, che sia una casa spaziosa, le persone ballano la cumbia.

Thais è bellissima, alta, mora, con una schiena indimenticabile, 2 occhi che ti avvicinano a Dio e un sorriso che ti porta felice su questo mondo.

Thais balla la cumbia con Cristian, in una notte di musica e festa, e tutto il mondo sembra iniziare a girare intorno a loro. E’ come se una bottiglia riempita di tutta la voglia di vivere dell’universo si fosse improvvisamente aperta.

A Thais non tutto è andato bene nella vita, ha armadi che vorrebbe finalmente chiudere e lo fa così, ballando, anche se a guardarla sembra già di volare.

Thais è la padrona del Milagritos, un ristorante costruito con la fantasia dove si mangia da re. E’ proprio qui che abbiamo fatto il secondo spettacolo di questi giorni.

Il primo è stato in una “colonia”, uno dei quartieri poveri nella periferia di Puebla e il terzo è stato ieri nella piazza centrale della stessa città.

Stili architettonici si mescolano, fanno a pugni, fanno l’amore, si sciolgono uno dentro l’altro. Le luci colorate, gli edifici alti, le torri, di cui qualcuna in stile arabo, fanno di questa città qualcosa di magico e surreale.

A tratti ti sembra di trovarti in una capitale dell’est Europa ma riportarti in Messico ci pensano le bande di mariachi che compaiono qua e là e l’odore delle taquerie sparse per le vie. Questa è Puebla.

Grazie a Cristian i rappresentanti dell’assessorato all’arte e cultura ci hanno portato a pranzo e ci hanno dato il permesso per fare spettacolo nel centro di una delle piazze più belle del Messico.

Sembrava quasi di essere tornati ad Algeri, è stato un bagno di folla entusiasta. In tantissimi hanno voluto farsi la foto ricordo con noi, una venditrice ambulante ha rinunciato a lavorare per guardare lo spettacolo e alla fine ha regalato a tutti le sue mele dell’amore, ossia una mela infilzata in un bastoncino e ricoperta di caramello rosso.

E’ stato l’ultimo spettacolo in strada del Circo InZir in questo viaggio e non si poteva sperare in nulla di più emozionante.

Ora si torna nel DF, venderemo Terricola, il tir-for per il filo teso, il trapano, la saldatrice e il flessibile. Regaleremo la struttura per le aeree al Circo De-Mente e gli restituiremo quella del filo.

Il giorno prima della partenza per l’Italia faremo l’ultimo spettacolo americano sotto il tendone, ma intanto grazie a tutte le piazze attraversate, grazie per i sorrisi e gli applausi, grazie per l’amicizia e ospitalità, grazie per i colori e gli odori, grazie Messico.